Introduzione

Finalmente ce l'abbiamo fatta; il Comitato per la difesa della scuola pubblica di Reggio Emilia apre il suo blog per mettere in piedi uno spazio che si offra al dibattito aperto e spero conflittualmente dirompente.
Chiunque potrà esprimere le sue considerazioni, i suoi sfoghi, la sua testimonianza rispetto al controverso tema della scuola pubblica.


lunedì 12 marzo 2012

Inaugurazione blog....

Benvenuti al blog del Comitato Scuola.

12 commenti:

  1. finalmente ce l'abbiamo fatta; il Comitato per la difesa della scuola pubblica di Reggio Emilia apre il suo blog per mettere in piedi uno spazio che si offra al dibattito aperto e spero conflittualmente dirompente.Chiunque potrà esprimere le sue considerazioni, i suoi sfoghi, la sua testimonianza rispetto al controverso tema della scuola pubblica.

    Marco Cosentina

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  2. Finalmente! Sono molto contento. Farò pubblicità sulla mia pagina facebook e su 24emilia.... Ciao, Giuseppe Caliceti

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  3. Bene, così il silenzio assordante sulla scuola sta per essere scalfito. Darò pubblicità. A presto Pina Tromellini

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  4. Ieri c'è stato un intenso convegno sulla scuola di tutti, presso l'Università di Reggio, a cura dell'ANFAA e della sua sinergica e vitale coordinatrice.
    L'incontro mi ha piacevolmente impressionato, perchè si respirava, per larghi tratti, un'aria davvero antiaccademica, di critica costruttiva fertile, perchè mai autocompiaciuta, nè mai di mera giaculatoria. In particolare vi segnalo l'intervento di Cesare Moreno, il curatore di INSEGNARE AL PRINCIPE DI DANIMARCA, un libro davvero prezioso, la cui lettura attenta consiglio a tutti. Con un eloquio irridente e pacato, condito di preziosa e disincantata ironia mediterranea, ha acceso i riflettori del discorso su uno degli snodi più cruciali e più rimossi, che condizionano un sano ed ecologico vissuto scolastico: l'organizzazione del tempo e il senso che ad essa tutti gli attori della scuola attribuiscono o sarebbe meglio dire la cui interpretazione istituzionale tutti subiscono.
    Mi andrebbe di invitarlo ad una presentazione del suo libro, a cura del Comitato.

    Marco Cosentina

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  5. ecco il blog dei curatori del convegno:
    http://lascuolariguardatutti.blogspot.com/

    Marco Cosentina

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  6. La Gazzetta di Reggio ha accettato come tema delle prossime rubriche LA SCUOLA. Lo spazio è poco ma penso che possa essere utile per continuare un discorso sulla scuola dell'obbligo.
    Se il giornale risponderà come ha fatto fino ad ora relativamente all'argomento separazioni, si aprirà un'ulteriore finestra che genererà punti di vista, osservazioni, confronti. Il contenitore è quello dei GENITORI E FIGLI e la scuola ci sta dentro a tutti gli effetti. Pina Tromellini

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  7. Durante la riunione del Consiglio della scuola Tondelli a cui ho partecipato lunedì scorso, mentre ero in quella struttura così accogliente e stimolante, immersa in un parco florido, ho pensato al senso di una pedagogia così carica di suggestioni, ma in ultima istanza anche così protetta. Quale relazione infatti può intercorrere tra i fili tessuti in un sistema olistico, che dialoga con le componenti emotive dei bambini per innestarli nei campi dell'esperienza cognitiva, anche conflittuale e le trame del territorio. Un territorio inteso sia nella sua componente reale, quale quello cittadino, ormai in balia della speculazione cementizia e dell'arroganza del trasporto privato, sia nella sua accezione virtuale, con gli immancabili cascami di dipendenza ed alienazione. Quando partirà una riflessione seria sulle strette correlazioni che intercorrono tra urbanistica, territorio liquido e pedagogia?
    Marco

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    Risposte
    1. Mio figlio è in V° elementare e a maggio si sottoporrà ai Test INVALSI, cioè una prova scritta, sottoforma di quiz, già sostenuta in 2° elementare, per valutare il suo livello di apprendimento.(Ma anche quello della scuola e degli insegnanti?)
      Davanti alla prima prova, ero sprovveduta e tutto è passato sotto silenzio. Quanti altri genitori come me? Successivamente io e mio marito ci siamo informati. Ci pare che questo tipo di valutazione sia poco efficace e pure iniqua. Ho saputo che questo avverrà in prima e terza media e sta venendo avanti la proposta di allargare i Test INVALSI anche alle superiori.
      Ne ho parlato con qualche genitore per sondare prima di tutto se conoscevano questi test e per capire se valeva la pena fare qualcosa insieme per non lasciare che tutto passi sulla nostra testa e quella dei figli. Purtroppo mi sono incontrata con l’indifferenza e con l’abitudine di lasciar fare “al manovratore”. Non lo trovo giusto e mi piacerebbe che sull’argomento si aprisse un dibattito tra scuola e famiglia.

      Il test INVALSI è una prova scritta che ha lo scopo di valutare i livelli di apprendimento degli studenti. I contenuti dei test sono realizzati dall’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione (INVALSI) Se non sbaglio, sono test ideati 80 anni fa in America all’esame di maturità. Molte note critiche accompagnano la loro somministrazione, dentro al mondo della scuola: diversi insegnanti della scuola primaria sono contrari, costretti obbligatoriamente dai dirigenti scolastici. E le famiglie li conoscono?
      Se questo fosse avvenuto negli anni 70 ad esempio ci sarebbe stata una sollevazione generale, non solo dei genitori ma anche di tutte le istituzioni che si interessano di formazione.
      Si sente ripetere continuamente che la scuola deve individualizzare; che cosa centra questo con un test astratto, anonimo e uguale per tutti? Valutare significa misurare? O valutare significa osservare, ascoltare in un processo educativo in cui allievo ed insegnante si incontrano in una reciprocità conoscitiva?
      Non credo che un test sia in grado di misurare le competenze individuali, la ricchezza del linguaggio, delle emozioni e dei sentimenti dei bambini; o sia capace di cogliere i contenuti profondi degli apprendimenti di un ragazzo che sta formandosi e di valorizzare le contaminazioni della cultura di provenienza e tanto altro.
      Inoltre, una delle critiche riguarda la comparazione dei risultati conseguiti dagli allievi e per le irregolarità della somministrazione dei test e per l’intromissione di docenti “compiacenti”. E’ logico che questo avvenga in quanto saper condurre oggettivamente un test, non è cosa da poco e occorrono competenze appropriate.
      Ecco insomma, un altro pateracchio della scuola, tanto per far finta che qualcosa stia cambiando.
      In realtà cambia il tempo perso e dedicato al pretest, in cui i ragazzi si cimentano, invece di approfondire altre conoscenze. Sul mercato sono già apparsi libri che riguardano come condurre le prove di matematica, di italiano nelle diverse classi.
      Le grandi menti che hanno pensato di introdurre i Signori INVALSI sostengono che, siccome nella maggior parte dei paesi occidentali, le scuole convivono pacificamente con tale innovazione, l’Italia non è un paese a livello delle altre democrazie.
      Il problema di fondo è che l’idea di scuola che qualcuno ha portato avanti felicemente in Italia, è molto lontano dall’uso di strumenti standardizzati per valutare il successo scolastico. Sto pensando a maestri come Don Milani, Mario Lodi, Gianni Rodari. Che fine hanno fatto la creatività, le tante intelligenze individuali, l’apprendimento come processo.
      La scuola, insieme alle famiglie, dovrebbe interrogarsi al proposito e mettersi in sintonia, per individuare strade che autenticamente formino i ragazzi e non faccia finta di imboccare scorciatoie che servono a poco o nulla. Insieme però, in quanto la solitudine di chi è preposto alla formazione, non genera nulla di buono.

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    2. Ho visto recentemente un filmato sulla vita di Don Milani come educatore (e prete); successivamente ho incontrato un suo allievo ed una maestra di 87 anni che ha insegnato con lui a Barbiana. Don Milani è stato un'icona degli anni settanta e non pensavo fosse ancora così attuale. Il rispetto della personalita dei ragazzi, l'impegno rivolto alla scoperta della conoscenza, attraverso il fare, l'importanza attribuita alla parola come strumento di riscatto, mi hanno fatto pensare chese la scuola ritirasse fuori dal cassetto "Lettera ad una professoressa", darebbe significato a contenuti che hA perso lungo la strada.
      Adele, la maestra di 87 anni, in un incontro per parlare del libro "Se Don Milani sapesse" scritto da lei, ha lanciato alcuni proclami contro la scuola di oggi:perchè gli insegnanti, i genitori non si ribellano? Perchè non si fanno sentire e fanno la "rivoluzione" nei confronti di una scuola inadeguata, che non pensa agli ultimi e che non ascolta i ragazzi?
      Detto da una ottantasettenne, mi ha fatto capire che la gratitudine verso i Maestri( checchè ne dica la Mastrocola)è una bandiera per riaprire confronti e dar voce a chi ha ancora voglia di parlare di scuola. Pina Tromellini

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  8. Lettera pubblica ai genitori e agli insegnanti della scuola don bosco

    Sono il papà di una bambina che sta finendo le scuole elementari, per iscriversi alla scuola media “Dalla Chiesa”.
    Scrivo per esprimere alcune forti perplessità in merito alla tendenza sempre più frequente di coinvolgere i genitori nella ricerca di fondi che finanzino la scuola dei propri figli, attraverso azioni discutibili, ( lotterie, aste, sottoscrizioni, contributi volontari, ecc.), tese a sopperire le evidenti carenze strutturali, determinante da un chiaro arretramento dell’investimento istituzionale.
    Questo processo, che la crisi in atto non fa che amplificare, sta portando ad un percorso di sussidiarietà, rispetto a quelli che sono i diritti sanciti dalla nostra Costituzione, in surroga dei quali, le già barcollanti energie delle famiglie, non potranno che rivestire un mero ruolo di effimero rifugio, transitorio ed individuale.
    Convinto che la risposta ai problemi materiali debba venire da soggetti che si attivino nello spazio simbolico e cogente della società, così da sviluppare soluzioni collettive, concrete e profonde ai bisogni reali, sottolineo il male storico di atteggiamenti culturali che delegano alla famiglia ogni reazione difensiva, attribuendo ad un etica primordiale, clanica la propria matrice identitaria e la funzione di mediazione rispetto alla dialettica con i differenti corpi sociali. Il ruolo della cittadinanza democratica ed attiva non può in alcun modo limitarsi ad interventi di supporto ed integrazione, nel vuoto di prospettive comuni . Tali operazioni sono doppiamente riprovevoli, perché se da un lato creano l’illusione dell’azione, dall’altro fanno leva sui sensi di colpa profondi di una generazione di genitori, che vede spazzare via i propri diritti e con essi il futuro dei propri figli, rimanendo inerme o peggio incapace di tessere una vera risposta politica, limitandosi alla vecchia arte italica del si salvi chi può!.
    Né assolvono le insegnanti che, senz’altro in buona fede, ( ma Don Milani sosteneva che le più grandi nefandezze fossero state effettuate in nome della buona fede), alimentano questo ciclo perverso, che sta di fatto privatizzando i circuiti formativi, ma non alzano la testa di fronte alle iniquità che pervadono il proprio contesto di lavoro, come: la riduzione dell’orario, la cancellazione delle compresenze, le prove INVALSI, a cui sottopongono i nostri bambini, ( sapete che ci costano tra i 4 e i 4,5 milioni di euro, e pensare che non ci sono soldi…!) la didattica nozionistica e selettiva che sta dilagando con le fotocopie nelle aule, la contrazione dell’organico sul sostegno e del personale ausiliario, e porcherie varie.
    Va bene! Mettiamo di nuovo mano agli esangui portafogli, per incrementare il supermarket cognitivo; rendiamo l’obolo alla madonna della Coop, gestiamo i fondi promuovendo la Terapia Tapioca familiare e la festa del Gonzo, l’asta (siempre!) e il Lotto (da solo); facciamolo pure se ciò ci aiuta ad alleggerire la coscienza; ma torniamo, ordunque, amabilmente ad incazzarci, a resistere, con la schiena diritta e lo sguardo lungimirante, perché i gruppi di potere che gestiscono i nostri destini, se a noi ci stanno spremendo come limoni, ai bambini stanno sottraendo il senso stessa della vita, con l’annullamento di ogni prospettiva civile e di ogni dignitosa possibile convivenza. Cosa stiamo aspettando?

    Marco Cosentina

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  9. ciao a tutti,
    domani, per evitare il rischio della pioggia, ci riuniremo presso la libreria infoshop mag 6, in via Vittorangeli, ( zona stadio Mirabello; la libreria è in fondo alla strada a destra, sotto i portici). L'orario è confermato alle 18.30. Raccomando la puntualità, perchè alle 20.30 dobbiamo lasciare libero lo spazio, per permettere un'altra iniziativa.
    A domani,
    Marco

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  10. Non mi è stato dato di essere padre. Sono comunque zio. Ho avuto il privilegio di seguire per qualche anno assiduamente, ora un po' meno, l'ultimo nipote, Mattia (mia sorella e famiglia si sono trasferiti in Sardegna), che sta cominciando la prima media. Una vita con tanti ostacoli non mi ha permesso di aver idee chiare negli anni post liceali così mi sono dedicato a tante e varie ma ogni tanto usciva una specie di vocazione alla pedagogia alla quale però non ho mai dato lo spazio necessario. Oggi ho 58 anni e sicuramente sono fuori tempo massimo però vorrei ancora dare un contributo. Sono molto preso dalla questione scuola pubblica che credo, come la sanità d'altronde, non dovrebbe essere sacrificata per foraggiare un privato al quale hanno accesso solo in pochi (con tutto il rispetto per metodi interessanti come quello di R.Steiner). Credo che da anni sia in corso un'operazione di grande irresponsabilità e superficialità nel demolire la scuola pubblica. Purtroppo sono segni di strisciante nazismo e classismo. Il privilegio della "cultura" solo per gli "eletti" (dal pingue portafoglio). Se non si riesce a cambiare traiettoria solo pochi avranno la possibilità di accedere a un'istruzione di qualità (?????)mentre la maggioranza, i meno abbienti, i più "problematici", si troveranno in una situazione drammatica, nonostante debbano sottostare a un ridicola normativa sull'istruzione obbligatoria, nonostante la bellezza delle esperienze come quelle di Reggio Emilia o Modena, nonostante la buona volontà di tanti insegnanti consapevoli e di cuore. Insomma il progetto, più o meno esplicito e stutturato, è quello di fare del nostro paese una miniatura (e caricatura)degli USA. Non voglio entrare in ambiti didattici che sarei presuntuoso. Oggi sentivo alcuni passi di "Alla scoperta del bambino" (che presto leggerò) di Maria Montessori è, a parte qualche ombra di retorica, sono rimasto molto affascinato. Vorrei se possibile qualche consiglio di lettura che mi permetta un'approccio a una pedagogia onesta, libertaria e ben radicata sulla terra. L'ottica nella quale cerco di pormi è quella dell'educatore un po' socratico che si fa esploratore e insieme alla persona in crescita vuole favorire la e-ducazione della bellezza, della capacità, della sapienza che non hanno bisogno di essere ficcate nelle teste, in-culcate. Vagheggio la possibilità che gli umani facciano le cose per il piacere di farle bene e con cura, favorendo lo sviluppo e la felicità di tutti gli Esseri. Nell'idea di merito c'è qualcosa che non mi piace. Mi piacerebbe molto approfondire lo spinoso problema dela passaggio infanzia > adolescenza sul quale molte navi si trovano in difficoltà o ahimè si fracassano.
    Ahimè (e due!) sono un disoccupato, mi arrangio un po' con varie, sono suonatore di strada ma avrei bisogno di integrare il magro reddito della musica. Così, anche spinto dagli amici, vorrei offrire un qualche servizio di assistenza tutoriale ai giovani studenti delle medie. Ho rimediato i libri di matematica, geometria, italiano e mi sono messo un po a rivedere il tutto in verità con gran gusto. Ma, a parte la fantasia, non so come poter raggiungere l'utenza. Dare volantini davanti alle scuole non so se sia il modo migliore per superare le inevitabili diffidenze. Anche mettere annunci non so quanto sia utile. Il passaparola sembrerebbe l'unica possibilità. Se qualcuno volesse darmi dei consigli li gradirei tanto.
    Mi auguro con tutto il cuore che le vostre istanze abbiano successo. Se potessi in qualche modo fare qualcosa ne sarei felcissimo.
    Ogni Bene!
    Giovanni

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